La stessa scena nel dramma di Shakespeare. Purtroppo tutte le volte che vado in libreria e vedo Le sei mogli di Enrico VIII finisco per comprare qualche altro libro
Forse lì c'è il discorso completo; qualcuno lo sa?
Regina Caterina Sire, è il mio desiderio che rendiate giustizia al mio buon diritto, e che mi concediate la vostra pietà. Perché sono una miserrima infelice, una forestiera, nata fuor dei vostri confini, e non ho qui alcuna garanzia di giudizi imparziali, né sicurezza di un procedimento equo e benevolo. Ahimè, sire, in che vi ho recato offesa? Qual motivo di risentimento vi ho mai offerto, con la mia condotta, perché abbiate a scacciarmi da voi in questa forma, e togliermi il vostro favore? Il cielo è testimone ch'io son sempre stata una moglie umile e fedele, e che sempre mi sono rimessa alla volontà vostra, timoroso sempre d'accendere la vostra ira, senza mai levar gli occhi di sul vostro viso, se non gaia o melanconica, a seconda ch'io lo vedessi diversamente atteggiato. Qual fu mai quell'ora in cui ebbi a contraddire un vostro desiderio, ovvero trascurai di farlo mio? O quale dei vostri amici non mi son sforzata d'amare, anche se per avventura lo conoscevo per mio nemico? E quale, per contro, dei miei anici, che fosse incorso nell'ira vostra, non ho io cessato di trattar con urbanità, informandolo, anzi, come dovesse considerarsi licenziato dal mio servizio? Sire, richiamate alla vostra memoria che io sono stata vostra moglie, umile e sottomessa, per più di vent'anni, e che ho avuta la benedizione di generarvi più di un figlio. Se in tutto questo lungo corso di tempo voi potete dire e provare ch'io abbia commesso alcunché di lesivo per il mio onore o il vincolo coniugale e il mio amore o il mio dovere, contro la vostra sacra persona, banditemi da voi, in nome di Dio, e colpendomi del più infame disprezzo, consegnatemi pure agli impietosi rigori della giustizia. Consentite ch'io dica come il re vostro padre s'avesse la fama d'un principe assai prudente, e ricco d'un ingegno e d'una facoltà di giudizio senza paragone eccellenti. Ferdinando mio padre, del resto, re di Spagna, era reputato come il più assennato principe che avesse tenuto per molt'anni le redini del regno. Né si può negare che entrambi avessero chiamato a raccolta, da ogni paese, un consiglio di saggi dottori, e che costoro, dopo aver dibattuta la questione, decidessero che le nostre nozze eran perfettamente legali. Onde io molto umilmente vi supplico, sire, di volermi risparmiare, fino a quando, almeno, io possa essere consigliata dai miei amici in Spagna, dei quali vorrò sollecitare il parere. Sia fatta, altrimenti, in nome di Dio, la vostra volontà!
Wolsey Signora, vi vedete dinanzi, scelti da voi medesima, questi reverendi padri: essi son uomini di dottrina e integrità singolare, i migliori del nostro paese, e son stati qui raccolti al fine di perorar la vostra causa. Sarà quindi inutile che voi tentiate di rimandare il giudizio, da un lato per la vostra stessa tranquillità, e dall'altro per rettificare al più presto quel che può esservi ancora d'irregolare nella posizione del re.
Campeggi Sua grazia ha parlato rettamente e secondo giustizia. E quindi, signora, sarà bene che questa reale udienza proceda innanzi, e che siano esposti e ascoltati, senza ulteriori ritardi, gli argomenti dell'una e dell'altra parte.
Regina Caterina Signor cardinale, è a voi che parlo.
Wolsey E qual è il vostro desiderio, signora?
Regina Caterina Signore, son quasi sul punto di piangere. Ma pensando che noi siamo una regina, ovvero che a lungo abbiamo sognato di esserlo, e che, comunque, siamo la figliuola d'un re, le stille delle mie lagrime saran mutate in scintille di fuoco.
Wolsey Vogliate avere ancora un poco di pazienza.
Regina Caterina L'avrò, ma il giorno in cui voi tornerete ad esser umile; o, piuttosto, alquanto prima d'allora, ché, altrimenti, Iddio mi punirebbe. Vi sono alcune ragioni assai forti che m'obbligano a credete che voi siete mio nemico, e quindi mi rifiuto di accettarvi come giudice: e difatto siete stato soltanto voi ad attizzar questo carbone spento fra il mio signore e me: e la rugiada del cielo possa estinguerne i tizzoni! E quindi io confermo di elevare la mia protesta formale, e dal profondo dell'anima rifiuto di sottopormi al vostro giudizio, poiché dichiaro ancora una volta di considerarvi come mio mortale nemico. E non credo per nulla che siate amico della verità.
Wolsey Ed io protesto che voi non parlate come voi stessa, come colei che ha sempre professato spirito di carità e dimostrato con le azioni d'avere un animo gentile, una mente avveduta e d'assai superiore a quella che sogliono avere le donne. Signora, voi mi fate torto. Io non nutro rancori verso di voi, né alcuna intenzione d'essere ingiusto, così verso di voi come verso chiunque altro. Per quel che ho già fatto e che farò nel seguito, ho la piena approvazione del Concistoro, sì, proprio del Concistoro di Roma. Mi accusate d'aver soffiato e attizzato il fuoco: ma io lo nego. II re è presente, e se lui potesse sorprendere queste mie parole in contraddizione con ciò che ho lfatto, oh, come potrebbe colpire, e secondo giustizia, la mia falsità, al modo che voi avete colpito, invece, il mio onesto procedere! Se egli poi mi conosce per innocente, ne segue allora che egli sa anche quanto voi m'avete usato torto. A lui, pertanto, s'addice di darmi riparazione, e questa vorrà consistere soltanto nel rimuovere i vostri ingiusti pensieri dalla vostra mente. E innanzi che sua maestà voglia intervenire, io vi prego, o graziosa signora, di voler negare ogni fede a quel che avete detto, e di non ripeterlo più.
Regina Caterina Mio signore, mio signore, io sono una donna semplice, e troppo debole per resistere alla vostra astuzia. Voi badate ad avere un contegno mite e umili parole sul labbro, e procurate che il vostro ufficio e il vostro stato siano, per l'appunto, contraddistinti, all'esterno, dall'umiltà e dalla mitezza. Ma il vostro cuore invece, è tutto arroganza, bile e orgoglio. Con l'aiuto della fortuna e i favori di sua maestà, è stato facile, per voi, ascendere i gradini più bassi, ed ora siete salito là dove i potenti non son che vostri stipendiati, e le parole non son che dei domestici dei quali vi servite a vostro talento, secondo l'ufficio che più vi piace assegnar loro. E ho l'obbligo di dirvi che siete più premuroso del vostro onore personale che non del vostro alto mistero spirituale; e ancora una volta mi rifiuto di accettarvi come giudice, e qui, alla presenza di voi tutti, mi appello al Papa, perché tutt'intera la causa sia portata dinanzi a Sua Santità, e venga giudicata soltanto da lui.
Ella s'inchina al Re fe le mosse d'andarsene.Campeggi La regina si mostra ostinata e recalcitrante verso la giustizia, e pronta insieme a farsene accusatrice, e sdegnosa d'esserne giudicata. E tutto questo proprio non le s'addice. Guardate, è sulle mosse d'andarsene.
Re Chiamatela indietro!
Banditore Caterina, regina d'Inghilterra, presentati davanti al tribunale!
Gentiluomo Usciere Signora, vi richiamano.
Regina Caterina A che serve farmelo notare? Ve ne prego, badate ai fatti vostri. Quando richiameranno indietro voi, siate pronto a ritornare. Ed ora mi aiuti Iddio! Son tribolata più di quanto la mia pazienza non possa tollerare. Suvvìa, andiamo. Non voglio restar qui un sol minuto di più, ne vorrò mai ripresentarmi, per questa causa, in nessuno dei loro tribunali!
Exit.